Ispirato a un’incredibile storia vera.

Italia, novembre 2000.
È una giornata cupa, piena di pioggia. Nell’appartamento delle sorelle polacche, conosciute in tutto il quartiere per le storie strane che circolano sul loro conto, ci sono i corpi di un uomo e una donna, barbaramente uccisi. E accanto ai due cadaveri, c’è lei: Ania. La proprietaria dell’appartamento, la sorella gemella di Izabela, la donna che ora giace a terra, devastata dalle coltellate insieme al compagno. E Ania ha visto tutto. Ania sa chi ha ucciso i due, ma non può dirlo. Perché non ricorda nulla, lo shock ha cancellato gli ultimi avvenimenti dalla sua memoria. 
E oltre a questo, Ania è muta. 
Ha perso la voce in un incidente da bambina e non può parlare. Può solo scrivere la sua storia, la sua vita che si intreccia in un legame indissolubile con quella di Izabela. La sua unica amica, la sua gemella. Comincia così un lungo viaggio a ritroso nel tempo che parte dall’infanzia in Polonia e attraversa la miseria del socialismo, l’adolescenza insoddisfatta, la fuga in Italia e la dura lotta per sopravvivere in un paese ostile e sconosciuto. I tentativi di realizzare il sogno di una vita migliore, i matrimoni di convenienza e poi la scoperta della droga, dello spaccio nella Roma degli anni Novanta. Comincia così il racconto di un legame ruvido, complesso, la storia di due gemelle solo apparentemente uguali, ma internamente devastate da forze disgreganti che le avvicinano e le allontanano. Due bambine, due ragazze, due donne che cercano di prevalere l’una sull’altra, che cercano di allontanarsi e rimangono unite da quel legame troppo stretto, di cui non possono fare a meno. Fino alla fine, fino alla morte di Izabela, di cui Ania non ricorda nulla. 
Perché un legame di sangue è più forte di qualsiasi cosa. 
Anche della vita. 
Anche della morte.