Contemporaneo

Recensione – “LA GRAZIA DEL COLORE” Serie Costi di riparazione vol.2 di A.M. Arthur

Titolo: La grazia del colore
Serie: Costi di riparazione vol.2
Autore: A.M. Arthur
Genere: Contemporaneo-M/M
Casa Editrice: Amarganta Editore
Lunghezza: 208 pagine
Prezzo: Ebook € 2,12 – Cartaceo € 14,56
Data di pubblicazione: 30 Agosto 2018

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Sinossi

Barrett McCall ha collezionato anni di fallimenti, ma ha messo la testa a posto. Vive la vita giorno per giorno, grato di svegliarsi ogni mattina. Cucinare al Dixie’s Cup gli permette di pagare le bollette nella quiete della piccola città di Stratton, Pennsylvania. Quando il suo appartamento viene distrutto da un incendio, la titolare del Dixie gli offre in affitto il seminterrato di casa sua dove Barrett incrocia frequentemente il nipote della donna, un arrogante insegnante di belle arti del liceo locale, Schuyler Rhodes. Schuyler ha prestato ben poca attenzione al cuoco del Dixie’s Cup, ma le nuove circostanze mettono in evidenza una forte attrazione sessuale tra lui e Barrett. Il rapporto che si crea è tuttavia minato dal segreto che piaga l’anima di Schuyler, legato alla morte del cugino Matty e alimentato da un forte  senso di colpa. Barrett, che ha saputo combattere i propri demoni, non si arrende persino nel momento più buio dell’esistenza di Schuyler, quando dal passato tornano fantasmi inaspettati, pieni d’odio e desiderosi di rivalsa.

RECENSIONE

Con “La grazia del colore” siamo giunti al volume due della serie “Costi di riparazione”. Se vi siete persi il primo volume, non preoccupatevi perché potete tranquillamente leggerli separatamente. Nonostante l’ambientazione non cambi, e la presenza dei personaggi del primo volume, non avrete problemi a seguire la vicenda in quanto, entrambi i libri, possono essere considerati degli standalone.

Sicuramente, ancora una volta, A.M. Arthur ha fatto centro con la bellezza e l’intensità della storia raccontataci in questo volume.

Barrett e Schuyler sono due uomini tormentati da colpe e rimorsi, due uomini con ferite profonde e dolorose. Due vite vissute all’insegna della sofferenza, irta di sbagli e ostacoli per Barrett, oppressa da un oscuro segreto che lentamente lo sta soffocando per Schuyler.

Sono due uomini piegati e provati dal dolore, due uomini che troveranno la forza e la gioia di vivere uno nelle braccia dell’altro. La casualità gli ha fatti incontrare, ma sarà la loro caparbietà e la voglia di tornare a sorridere che li spronerà a combattere e ad aggrapparsi ad un sentimento a cui non sanno, ancora, dare un nome. 

Barrett e Schuyler si avvicinano e allontanano, è difficile aprirsi tra paure e colpe, difficile fidarsi e riporre ogni speranza l’uno nell’altro, situazioni che li porteranno inevitabilmente a ferire e ferirsi. Quando il passato di Schuyler tornerà a minacciarne la vita stessa, riusciranno a superare questa prova e accettarsi per quello che sono? Capiranno che la vita, finalmente, gli ha donato una possibilità per essere finalmente felici?

Amo moltissimo la narrativa di A.M. Arthur, un autore che riesce sempre a coinvolgermi nelle vite dei suoi personaggi senza devastarmi, con dolcezza e tranquillità, attraverso uno stile narrativo che non ci lascia mai troppo tempo immersi in situazioni sofferte atte solo a sconvolgerci di più, è più come un velo sottile che si muove sullo sfondo, lo percepiamo, ne intravediamo dei barlumi, lasciandoci così una costante sensazione di dolore e sofferenza, commozione e tristezza, presentateci con pacatezza e rispetto.

Storie di riscatto e speranza che sapranno appassionarvi fino alla parola fine,

Barrett gli premette un bacio sul lato sano della bocca. “Sono stato fortunato quando ho capito qualcosa poco fa.” “Che cosa?” “Che ti amo.” Le parole scivolarono via dalla lingua facilmente, pronunciate senza rimpianti o ansietà. Era innamorato di Sky, semplice e facile, e lo disse in quel momento. Gli occhi di Sky si spalancarono per un attimo, poi tutto il suo viso si addolcì. Allontanò la mano da quella di Barrett e allungò la sua per toccargli il viso. Sorrise. “Ti amo anch’io.”

Voto 5/5

 

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