Contemporaneo

Recensione – “LEXINGTON AVENUE” Prima parte di M. Grey

Titolo: Lexington Avenue
Serie: Lexinton Avenue prima parte
Autore: M. Grey
Genere: Contemporaneo – LGBTQ+
Casa Editrice: Self Published
Lunghezza: 434 pagine
Prezzo: Ebook € 3,99
Data di pubblicazione:  28 Luglio 2018

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Sinossi

Dayton, Tristan e Leroy condividono un appartamento in Lexington Avenue, a New York. Quasi trentenni, lavoratori e fieri membri della comunità LGBT, scelgono come quarto inquilino di casa Oliver.
Oliver ha sette anni meno di loro, ha appena cominciato a frequentare l’università, viene da una cittadina di provincia e custodisce un segreto che mette a rischio la convivenza. Sarà proprio il suo arrivo a sconvolgere gli equilibri della casa.Lui cambierà le loro vite. E loro cambieranno la sua.

RECENSIONE

Non poté fare a meno di chiedersi se, pur vivendo finalmente come voleva, sarebbe stato sempre tutto così faticoso: trovare una casa, avere degli amici, farsi accettare, senza pensare alle cose più importanti come il lavoro o una relazione. In quel momento tutto gli sembrò impossibile e il traguardo raggiunto in quei mesi una cosa banale e inutile.

Recensire un libro come “Lexington Avenue” parte prima di M. Grey è meraviglioso ma richiede  molta attenzione e riflessione perché non è semplice, è facilissimo lasciarsi trasportare dalla bellezza della storia, da ogni suo personaggio e dalla cura e attenzione che l’autrice ha messo in ogni relazione e interazione da rischiare di non essere in grado di rendergli giustizia.

“Lexington Avenue” è una storia corale raccontataci da Oliver, Leroy, Tristan e Dayton, già questa scelta narrativa, non facile, pone l’accento sulla bravura dell’autrice che ha saputo destreggiarsi in maniera perfetta e con fluidità nei cambi di visione e prospettiva. E’ impossibile non innamorarsi dei suoi protagonisti, delle loro fragilità e imperfezioni, dei loro pregi e paure più recondite, personaggi così multi sfaccettati caratterialmente e così veri da sentirsi parte integrante di ognuno di loro, di essere così immersi nella vicenda da vivere ogni loro emozione direttamente. Anche i personaggi minori hanno uno spessore caratteriale curato , figure, seppur marginali, che donano alla storia uno spessore importante.

Se pensate che “Lexington Avenue” sia il classico male to male vi correggo subito, questo è un romanzo a tematica LGBTQ+, una storia che offre la possibilità di conoscere e, soprattutto, di imparare le molteplici sfumature che la natura ci ha donato.

Desiderò tornare a casa e raggiungere sua madre sul letto per farsi accarezzare, come quando, da bambino, la cercava per farsi confortare da una solitudine che forse non si sarebbe mai scrollato di dosso – quella provata in mezzo agli altri, ben più dolorosa di quella in mezzo al nulla.

Impariamo a conoscere Oliver, la sua dolcezza e fragilità ma anche la sua forza e determinazione nel reclamare e vivere, finalmente, la sua essenza, una scelta difficile e sofferta che gli è costata il rapporto con il padre, le prese in giro e l’alienazione di conoscenti e coetanei. Una rivendicazione onesta e piena di coraggio che lo ha portato a vivere un cammino irto di difficoltà, sofferenza e solitudine, una scelta che doveva a se stesso per non continuare a morire ogni giorno sempre un po’ di più. Ho disprezzato profondamente il padre di Oliver, un uomo inflessibile che vede nella scelta del figlio un lutto, una malattia, è un uomo che reagisce e agisce in relazione ad un soggettivismo esistenziale di cui la società, oramai, è troppo spesso vittima. Tuttavia il dolore e le scelte del figlio non contano, il suo benessere e la sua stessa sopravvivenza non sono nulla di fronte al suo conformismo e chiusura mentale. Ho amato moltissimo Kim, la sorella, per tutto l’affetto e il sostegno che dona a Oliver, ma è la madre la figura che ho ammirato di più perché è una vera “mamma”, colei che antepone la sicurezza e la felicità di un figlio davanti a tutto, anche a se stessa. Come mamma, anche io, ho percepito il dolore profondo che porta nel cuore sentendosi colpevole e responsabile di tutte le difficoltà di Oliver e, come ogni mamma che si rispetti, desidera soltanto di poter alleviare, assorbire e fare proprie queste sofferenze.

Tristan lasciò il tagliere su cui stava lavorando. “Si vede che passi la vita a fare feste e non assisti allo schifo che vediamo noi, Le cose davvero anormali, la violenza di cui è capace la gente. Per te è anormale lui, per mio padre lo saremmo tutti noi, per me lo sono quelli che pensano di poter stabilire cosa sia normale e cosa no.”

Ci scontriamo con l’atipicità di Tristan, una personalità pungente e tagliente, una corazza volta a proteggere la fragilità della sua anima. Un giovane uomo che lentamente sta soffocando la sua anima, vittima di una famiglia conservatrice ma, soprattutto, di un padre che ne ha diretto ogni passo, pensiero e azione. Tristan proviene da una famiglia ricca dove l’apparenza è tutto e dove i figli sono oggetti, mezzi o pedine per acquisire ancora più potere, visibilità e “rispetto”. Impariamo ad amare Tristan lentamente, come lentamente scopriamo i suoi pregi e l’amore profondo, e mai dichiarato, per Leroy suo unico vero amico e sostegno da tredici anni. La dolcezza delle interazioni visibili nei piccoli gesti, attenzioni e sguardi che traspirano da Leroy verso di lui, sono la base su cui poggia la sua salvezza e sanità mentale, come ragazzo prima e giovane uomo ora pervaso da un disperato bisogno di sentirsi amato, bisogno che troppo spesso soffoca nel fumo, alcool, sesso senza importanza o ansiolitici, palliativi per poter raggiungere quella pace mentale che la vita e la paura gli stanno togliendo.

Leroy è sicuramente il personaggio che ci appare più stabile e sicuro delle sue scelte, un uomo dedito e attento agli altri, un uomo che si prende cura e ama senza distinzioni di sorta, una mamma chioccia con le persone a lui più vicine ma, anche, un uomo che vuole dedicare la sua vita ad aiutare il prossimo con altruismo e senza tornaconto. Lentamente, però, scopriamo che anche Leroy ha le sue fragilità, debolezze che hanno un nome, Tristan. Ama Tristan da sempre ma la paura del rifiuto e di poterne perdere l’amicizia lo hanno ingabbiato in una vita sentimentale vuota, ricca solo di sofferenza e dolore.

“Cazzo, sì che importa” ribatté, offeso. “Smetti di rispondere alla gente che non importa.” Inspirò a fondo, per prendere aria e scegliere le parole. “Avete ragione, ho sbagliato, sbagliamo tutti noi disgraziatissimi cisgender, che non sappiamo e non capiamo come sia la vostra realtà, però ci sto provando. Insomma, io ho sempre avuto idee precise su certe cose, poi tu mi piombi in casa e metti casino in tutto, e io devo sforzarmi enormemente quando parlo con te, quando solo ti penso perché a me non viene naturale. Sono scemo d’accordo?”

Infine ma non ultimo Dayton, il personaggio che ha dato a tutta la storia un tocco di colore e vivacità in più. Dayton è un ragazzo particolare, potrebbe rappresentare la maggioranza di noi, inizialmente  vittima di pregiudizi dettati dall’ignoranza e dalla superficialità ma, sicuramente, è colui che compie uno dei cammini di maturazione più importanti e significativi di tutta la vicenda. E’ un giovane uomo dedito, anche per necessità lavorative, alle feste, al divertimento , senza soffermarsi a pensare come le proprie azioni o parole possano ferire gli altri. Inizialmente lo odiamo per il rifiuto che ha nei confronti di Oliver, una forma di ignoranza che lentamente, tra sbagli e incongruenze, lo portano a capire i suoi errori del passato. Dayton è il protagonista che ha saputo commuovermi moltissimo  alla conclusione della storia per la sua voglia di imparare e rimediare, un uomo che si sforza con tutto il cuore di essere migliore.

Sicuramente Oliver è il protagonista portante di tutta la storia, il catalizzatore che ha saputo rendere un gruppo di amici una famiglia vera spronandoli ad aprirsi l’un con l’altro, essendogli d’esempio nella lotta per la propria felicità e insegnandoli ad essere migliori.

Siccome ho notato che mi stavo dilungando un po’ troppo concludo dicendovi che “Lexington Avenue” è un libro da leggere assolutamente, una storia che può solo insegnarci. Mi voglio complimentare con l’autrice per la storia meravigliosa, per la narrativa fluida, ricca e curata, per lo studio notevole e accurato delle tematiche che ha posto alla base dell’intera vicenda.

Aggiungo una piccola postilla finale, se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, avrete notato che non ho volutamente inserito, nella mia recensione, nessun termine tecnico, specifico o di classificazione LGBTQ+. Sono grata a M. Grey per avermi insegnato cose che non sapevo ma ci tenevo a non avvalermici perché ritengo che un individuo è un insieme di emozioni, sentimenti e caratteristiche proprie che lo rendono speciale nella sua unicità. Un individuo è un essere umano degno di rispetto sempre e comunque a prescindere. Buona lettura.

Forse l’impossibilità è fatta di piccoli passi possibili, pensava, e uno dopo l’altro ci si trova a realizzarla. Bisogna solo cominciare e andare fino in fondo, è quella la parte difficile.

Voto 5/5